Codice disciplinare e codice di condotta
Adeguare il proprio comportamento a parametri di lealtà e correttezza a servizio del bene comune, rappresenta l’essenza stessa del pubblico dipendente, come previsto dalla Carta Costituzionale, che impone di svolgere le funzioni pubbliche con "disciplina e onore", con imparzialità, nonché di essere al servizio esclusivo della Nazione.
Tali principi sono ora imposti dal legislatore, con il passaggio dall’ambito dell’etica a quello del diritto, in ragione della previsione del rilievo disciplinare della violazione degli stessi.
La ratio della più rigorosa disciplina è che la previsione del rilievo disciplinare del codice di comportamento, diventi uno strumento efficace nei confronti di coloro che non si adeguano spontaneamente a principi che dovrebbero essere seguiti senza alcuna imposizione da parte di coloro che sono posti al servizio dei cittadini.
I doveri contenuti nel codice di comportamento costituiscono, come dichiarato dall’art. 1 dello schema di regolamento dei dipendenti pubblici "i doveri minimi di diligenza, lealtà, imparzialità e buona condotta che i pubblici dipendenti sono tenuti ad osservare”, che impone a chi opera all’interno di un ufficio pubblico sia l’obbligo di imparzialità, sia un dovere di correttezza nei confronti del datore di lavoro e degli utenti.